John List – il Boogeyman di Westfield

John List – il Boogeyman di Westfield

John Emil List, soprannominato il Boogeyman di Westfield, è stato un omicida americano che ha sterminato la sua stessa famiglia ed è riuscito a rimanere latitante per 18 anni. Stermina la famiglia nel 1971 ma viene catturato solo nel 1989 grazie ad un programma TV. Qui vi racconto la sua storia, dai primi anni fino alla condanna e alla sua morte.

Foto di John Emil List da giovane.

John: i primi anni di vita

John nasce in Bay City, Michigan. È figlio unico di una coppia con origini tedesche, John Frederick List (1859–1944) e Alma Barbara Florence List (1887–1971). È un luterano devoto e un insegnante di catechismo alla domenica.

Nel 1943 si arruola nell’esercito e durante la Seconda Guerra Mondiale lavora come tecnico di laboratorio. Nel 1946 viene congedato e si iscrive all’Università del Michigan nella città di Ann Arbor. Ottiene una laurea in amministrazione delle finanze e un master in contabilità. Grazie agli studi diventa secondo luogotenente nelle truppe di riserva dell’esercito.

Nel 1950 viene richiamato in servizio a causa della Guerra in Korea. A Fort Eustis, in Virginia, incontra Helen Morris Taylor. Helen è la vedova di un ufficiale di fanteria ucciso in guerra e ha già una figlia, Brenda. I due sono felici insieme e il 1° dicembre del 1951 si sposano nel Maryland. Dopo poco si spostano nel nord della California e John viene assegnato presto ai Finance Corps (una sorta di guardia di finanza italiana).

Dopo l’ultimo periodo nelle forze armate, John inizia a lavorare a Detroit e poi a Kalamazoo. La vita familiare sembra andare bene, tanto che hanno insieme tre figli. Il lavoro però lo porta spesso fuori casa o a cambiare città. Nel 1960 si trasferiscono a Rochester, New York.

Nel 1965 si trasferiscono a Jersey City, New Jersey, dove inizia a lavorare come vicepresidente di una banca. Vivono in una villa in stile vittoriano con 19 camere da letto e con loro vive anche la madre di John. Tutto sembra andare bene per questa normale famiglia, anche se l’alcolismo della moglie ogni tanto si fa sentire.

Famiglia List

La caduta in disgrazia

La moglie, alcolizzata, lo odia e lo disprezza sempre di più. Vive reclusa in casa con uno stato di salute in forte declino. La madre di lui è iperprotettiva e cerca di controllare ogni singola mossa del figlio.

John, in cerca di lavori sempre più remunerativi, cambia lavoro ed entra nel mondo delle assicurazioni. È bravo a fare i conti ma non a vendere. Le entrate sono misere, guadagna solo 5.000 $ e si ritrova presto sommerso dai debiti e dalle preoccupazioni. Alla fine, rimane senza lavoro ma nessuno della famiglia sa di questo problema.

John tutte le mattine si alza e si veste, fa colazione ed esce di casa. La famiglia pensa che vada a lavorare invece lui va alla stazione e passa lì le sue giornate. Solo dopo si scoprirà che in quei mesi stava preparando l’omicidio perfetto, studiando i libri gialli e thriller.

Ottiene 10.000 $ in prestito dalla madre per le spese della casa ma nessuno sa che il conto della donna è quasi vuoto. John ha prelevato e utilizzato quasi tutti i 200.000 $ della madre. Le pratiche per lo sfratto sono già avviate, la famiglia è sull’orlo della bancarotta ma nessuno lo sa.

I figli intuiscono che qualcosa non va per tutto il mese di ottobre del 1971. Mostrano segni di terrore e panico. La figlia parla con un insegnate e dice che il padre gli ha promesso un lungo viaggio ma lei teme voglia ucciderla. L’insegnate pensa ad uno scherzo e non ci dà molto peso.

Il 9 novembre 1971

John dice alla moglie che quel giorno ha del lavoro da fare da casa. I figli si preparano e vanno a scuola, mentre a casa rimangono Helen, John e la madre di lui.

John osserva e aspetta dal suo studio. La moglie, poco dopo l’uscita dei figli, va in cucina per mangiare qualcosa. Lui la raggiunge con la sua calibro 9, carica. Lei è seduta a fare colazione, guarda fuori dalla finestra quando lui le si avvicina da dietro e le spara a distanza ravvicinata. È un’esecuzione. La donna si accascia sul tavolo e muore all’istante. In gola ha ancora un pezzo del toast che stava mangiando. John spara altri colpi contro il muro, non si sa come mai.

Con una calma glaciale si dirige al terzo piano. Entra nell’appartamento della madre, Alma, che sta facendo colazione. Ha un piatto in mano ed è nella sua cucina quando capisce che qualcosa non va. Lei cerca di scappare ma John la raggiunge dopo due colpi partiti a vuoto e le spara un colpo alla tempia.

John a quel punto torna nello studio e chiama il suo capo. Gli dice che sta partendo con la famiglia per il North Carolina perché la suocera ha problemi di salute. Scrive messaggi simili per la scuola dei figli e i loro lavori pomeridiani. Si mette in giacca e cravatta ed esce fuori a raccogliere le foglie in giardino. Dopo essersi fatto vedere da una vicina, torna dentro e si prepara il pranzo.

Prepara gli ultimi documenti prima del ritorno a casa di due dei figli, Patricia (16 anni) e Frederick (13 anni). Patricia però chiama a casa per farsi venire a prendere prima, dice che non sta bene. Un piccolo intoppo ma lui lo risolve. La va a prendere a scuola e appena a casa fa in modo di rientrare per primo. La aspetta dietro la porta della sala e appena lei entra, le spara in testa da dietro. Muore sul colpo e lui la porta nella sala da ballo.

Esce quindi per andare a chiudere i conti in banca della famiglia e svuotarli. Lascia tutte le comunicazioni per la scuola e i vari lavoretti e torna a casa per gli altri preparativi.

Dopo poco va a prendere Frederick dal lavoro pomeridiano e, come per Patricia, entra in casa per primo. Aspetta il figlio dietro la porta e gli spara a bruciapelo. Lo trascina nella sala da ballo. Manca solo un membro della famiglia.

John si lava e si cambia. Mangia un toast e poi va a scuola dell’ultimo figlio, John Frederick (15 anni). lo guarda durante la partita di calcio e tutto sembra normale. Lo porta a casa ma appena arrivati, il figlio capisce che qualcosa non va e cerca di lottare. John deve sparare diverse volte per ucciderlo, la polizia conta dieci spari diretti al figlio.

Inizia il piano di fuga di John

Prende il corpo della moglie e lo mette in un sacco a pelo. Il corpo della madre rimarrà al piano di sopra. Lo porta nella sala da ballo e prosegue. I corpi dei tre figli vengono messi ognuno in un sacco a pelo e portati vicino alla madre, nella sala da ballo.

Ripulisce tutta la casa da qualsiasi traccia dei suoi crimini. Ripulisce al meglio ogni singola superficie dalle sue impronte e da qualsiasi segno lasciato. Prendere ogni singola foto di famiglia e ritaglia accuratamente tutte le foto in cui è presente il suo volto.

La sua ossessione per giochi di strategia militare e libri gialli e thriller gli ha dato tutti gli spunti necessari per cavarsela. Si saprà solo tempo dopo che si era vantato su come un contabile potesse farla franca. Un contabile conosce i numeri di previdenza sociale di molte persone e potrebbe creare false identità irrintracciabili, se volesse.

Si fa sera e ormai è quasi tutto pronto. Prepara le valigie e scrive una lettera di cinque pagine che lascia sulla scrivania nel suo studio. La lettera è per il suo pastore.

La lettera in breve

Al Reverendo Eugene A. Rehwinkel,

Quello che ho fatto va contro tutto ciò che mi è sempre stato insegnato e questa lettera non renderà comunque giusto quello che ho fatto.

Sono diventato venditore di assicurazioni, sperando di poter mantenere degnamente la mia famiglia. Questo non è successo. Ho guadagnato così poco da arrivare alla bancarotta. Non potevo sopportare di vedere i miei figli rinunciare al loro futuro, ai loro sogni. Non lo avrebbero sopportato.

Mia moglie da tempo non va in chiesa e questo mi rende furioso. Aspira a diventare attrice ma questo potrebbe inficiare il suo vivere secondo le dottrine Cristiane.

Ho ucciso tutti quanti perché non volevo che qualcuno di loro sopravvivesse col dolore di essere sfuggito a tale tragedia. Ho ucciso mia madre perché non avrebbe retto lo shock di scoprire che tutti erano morti.

Nessuno ha sofferto a parte John Frederick Junior perché è quello che ha lottato con più forza.

Volevo ucciderli il 1° di novembre, sarebbe stata la giornata più adatta ma i piani sono slittati.

Dopo tutto quello che ho fatto, ho detto alcune preghiere per tutti loro, dal libro dei canti. Era il meno che potessi fare.

Rimetto me stesso nelle mani della Giustizia divina e nella misericordia di Dio. Dio poteva anche aiutarmi ma apparentemente ha ritenuto non fossi degno di una risposta alle mie preghiere. Questo mi fa pensare che è stato il meglio per le anime dei miei bambini.

So che molti diranno che potevano vivere ancora molto ma che vita sarebbe stata se con avessero vissuto da Cristiani.

Molti si staranno chiedendo come ho fatto a commettere una cosa così orribile. La mia unica risposta è che non è stato facile e che è stato fatto tutto dopo aver ragionato sopra a lungo.

Sono sicuro di essere in pace con Dio perché Gesù si è sacrificato anche per me.

Reverendo, le do il compito di cremare i loro corpi ma cerchi di non spendere troppo per questo. I libri e tutti gli oggetti li porti in Chiesa e li distribuisca a chi ne ha bisogno.

John

P.S. La madre è nel corridoio dell’attico, al terzo piano. Era troppo pesante da spostare.

La fuga

Il giorno dopo, il 10 novembre 1971, John prende le poche valigie e le carica in auto. Accende la radio su una stazione religiosa, accende tutte le luci e disdice tutti i servizi (latte, giornali, posta). Parte e va con la sua Chevrolet Impala verso l’aeroporto JFK di New York. Lascia la sua auto in un parcheggio a lungo termine e scompare.

Il 7 dicembre i vicini iniziano ad avere dei sospetti. La casa è illuminata giorno e notte e c’è sempre la radio accesa ma nessun movimento dei membri della famiglia. Quando le luci di casa iniziano a fulminarsi e spegnersi, i vicini chiamano la polizia per una verifica (welfare check). La polizia si insospettisce per l’odore e decide di entrare. Trovano tutti i corpi al piano terra e la lettera che li invitava ad andare al piano di sopra per trovare il corpo della madre di John.

Foto della scena trovata dalla polizia nella sala da ballo. Altre immagini disponibili qui.

La polizia scopre in poco tempo dove si trova l’auto ma non ha nessuna foto recente del sospettato John List. Da casa manca il suo passaporto e tutti i documenti ma non risulta abbia preso un volo.

L’FBI entra nell’indagine dato che il reato riguarda più stati, New Jersey e New York. La cosa strana è che la casa viene data alle fiamme nell’agosto del 1972 ma non verrà mai trovato il colpevole di questo incendio.

John Emile List diventa un fantasma e il caso un mistero irrisolto.

Foto dell’annuncio di ricerca attivata dall’FBI

La trasmissione TV e la cattura

Nel maggio del 1989 la Fox decide di parlare di questo caso nel programma America’s Most Wanted, proprio il primo anno della sua messa in onda. Viene trasmessa la foto disponibile di John, anche se non recente, insieme all’immagine di un busto. Questo busto viene fatto da Franck Bender, un artista forense, per cercare di mostrare il possibile volto invecchiato dell’assassino.

Immagine dal programma con il busto al centro.

Un uomo di Denver vede la trasmissione e chiama immediatamente. Il suo vicino di casa è identico alla ricostruzione fatta da Bender e lavora come contabile. Scattano subito le indagini su questo vicino.

Robert Peter “Bob” Clark vive a Denver, Colorado insieme alla moglie e lavora a Richmond, Virginia come contabile.

Il 1° giugno 1989 Robert viene arrestato con il sospetto che si tratti proprio di John List. Le indagini durano qualche mese, a causa del fatto che Robert si dichiara innocente e dice di non sapere chi sia John List.

Foto dell’arresto.
Articolo che annuncia la cattura. A sinistra la foto da giovane, al centro il busto, a destra John durante l’arresto.

John ha fatto un errore. Nel suo fascicolo militare c’erano le sue impronte digitali e sulla scena del crimine alcune gli erano sfuggite. La polizia non ha impiegato molto a trovare le corrispondenze tra le tre serie di impronte. Alla fine, il 16 febbraio 1990, Robert confessa di essere John List e ricostruisce i fatti.

La nuova identità

John lascia la Chevrolet Impala in aeroporto ma non prende alcun volo. Prende il treno dal New Jersey verso il Michigan e poi verso il Colorado. Si stabilisce in Denver agli inizi del 1972. Trova lavoro come contabile sotto il nome di Robert Peter “Bob” Clark. Il nome lo ha preso da un suo ex compagno di college, il quale però smentisce di aver mai conosciuto John.

Dal 1979 al 1986 lavora come manager in una fabbrica che produce scatole di cartone, poco fuori Denver. Si unisce in questo periodo ad una congregazione luterana, dove gestisce un servizio di car pooling per membri della comunità detenuti. In questo periodo conosce Delores Miller, una commessa in un negozio dell’esercito che sposerà nel 1985.

La coppia è molto felice e nel febbraio del 1988 si trasferisce in un quartiere di Midlothian, Virginia dove Bob/John trova lavoro come contabile.

Il movente di John

Il processo rivela quella che era la reale situazione, fino a quel momento ignorata da molti.

Nel 1971 la banca presso cui lavora, chiude, lasciando John in grossi guai. Non vuole condividere questo fallimento con la famiglia e per questo ogni mattina si sveglia e si prepara e finge di andare a lavorare. I mesi passano e i soldi sul conto della madre sono sempre meno, mentre lui non trova lavoro e passa le giornate alla stazione dei treni di Westfield.

Alla fine, trova lavoro nella vendita delle assicurazioni ma questo non fa per lui. Lui è un contabile, non un venditore.

Spinge i figli a cercare dei lavoretti pomeridiani. Dice loro di volerli rendere più responsabili e maturi. In realtà si appropria dei loro soldi per pagare il mutuo e le spese.

Durante il processo si scoprirà la reale situazione di salute della moglie, Helen. La donna ha costretto John a sposarla dicendo di essere incinta ma ha preteso di sposarsi nel Maryland. Questo stato era uno di quelli in cui non era obbligatorio fare un test per la sifilide prima del matrimonio. I testimoni nel processo hanno confermato come lei abbia agito in malafede e in totale premeditazione. Lei sapeva di aver contratto la sifilide a causa del primo marito ma fino al 1969 ha tenuto tutto segreto, persino al suo medico di famiglia. La mancata cura per la sifilide e l’alcolismo della moglie, hanno contribuito a renderla una paranoica reclusa in casa. Nei rari momenti in cui si mostrava in pubblico, umiliava il marito, persino comparando i suoi fallimenti sessuali rispetto al precedente marito.

Un consulente della corte ha ritenuto di poter affermare che John soffrisse di un disturbo ossessivo – compulsivo. Nella mente di John la bancarotta della famiglia e finire sotto il programma di welfare, era inaccettabile. Questo avrebbe violato il suo sistema di valori acquisiti durante la sua vita, portandolo a perdere di credibilità davanti alla famiglia e agli altri membri della comunità. Il padre ha sempre detto a John che l’uomo di casa deve provvedere alla famiglia e al suo mantenimento, cura e protezione. Per John era meno grave uccidere tutti quanti e rifarsi una vita altrove.

John List viene condannato per cinque omicidi di primo grado. La sentenza è di cinque ergastoli da scontare consecutivamente, senza possibilità di uscire sulla parola. Le parole del giudice in merito alla condanna:

“John Emil List è senza rimorso e senza onore. Dopo 18 anni, cinque mesi e 22 giorni, è tempo oggi di sentire le voci di Helen, Alma, Patricia, Frederick e John Frederick Junior arrivare dalla tomba.”

28 Marzo 1990, Image by © Kathleen W. Perlett/Star Ledger/Corbis. Foto di John Emil List durante il processo in tribunale.

Gli ultimi anni

John ha tentato di fare ricorso asserendo un presunto disturbo post traumatico a causa del servizio militare che lo avrebbe portato a fare questo. Il ricorso viene rigettato.

Tenta un altro ricorso presso la Corte Federale, per via della presunta confessione scritta nella lettera diretta al Reverendo. Il ricorso viene rigettato in quanto la lettera non era una comunicazione privata tra due persone, dato che non era stata spedita. Non poteva rientrare nemmeno nel sigillo sacramentale, il c.d. segreto confessionale, dato che non era stato dato al Reverendo.

Nel 2002 mostra rimorso in un’intervista. Dice anche però che non voleva suicidarsi perché sperava di ricongiungersi alla sua famiglia dopo la morte, il suicidio non permette di ricongiungersi in Paradiso secondo John.

John muore di complicazioni dovute ad una polmonite all’età di 82 anni, il 21 marzo 2008.

Dopo la sua morte il giornale Star Ledger, molto diffuso nel New Jersey, lo soprannomina “The Boogeyman of Westfield” – L’uomo nero di Westfield.

Pubblicato da criminalmotive

Dottoressa in scienze e tecniche psicologiche, appassionata di criminologia.

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