Psicologia della sparizione

La psicologia della sparizione è una materia di studio molto recente. Psicologi e psicoterapeuti, oltre a molti altri specialisti di ambiti affini, hanno cercato di dare delle risposte a questi eventi. Cosa porta una persona a scomparire? Come vivono la situazione i familiari e le persone vicine? Qual è il termine più adatto per definire questo evento?

Cosa si intende per sparizione?

La sparizione è quando una persona decide di scomparire. Essa abbandona la propria vita, lasciando in sospeso, allontanandosi fisicamente o psicologicamente da qualcuno o da un determinato gruppo. Ogni giorno sentiamo parlare di persone scomparse e spesso ci si chiede cosa possa portare una persona ad agire in questo modo.

Una tipologia di sparizione molto discussa ultimamente è il ghosting. Questo avviene quando una persona decide di troncare ogni rapporto fisico ed emotivo con un’altra, senza dare alcuna spiegazione e sparendo dalla sua vita all’improvviso. Il ghosting è messo in atto sia da donne che da uomini. La sofferenza provata da chi viene escluso è dovuta all’interruzione improvvisa di una relazione interpersonale, senza spiegazioni, con conseguenze sulla propria vita psicosociale. Non si tratta di una sparizione vera e propria ma di un troncamento di un preciso rapporto interpersonale. Il ghoster continua a condurre la propria vita come se nulla fosse.

Un altro tipo di sparizione è, dal punto di vista di chi la subisce, la perdita ambigua di tipo fisico. Questa avviene quando una persona se ne va dalla nostra vita fisicamente, abbandonandoci, senza dare spiegazioni e non si riesce a rintracciarla. In questo caso la persona scomparsa abbandona tutta la propria vita, il lavoro, la famiglia e le amicizie, senza lasciare traccia di sé.

Quali fattori contribuiscono alla sparizione?

La persona che decide di sparire potrebbe avere in quel momento delle difficoltà emotive o relazionali. Non vanno mai tralasciati i problemi di salute o economici, che possono incidere in maniera decisiva.

La sparizione a causa di una relazione interpersonale è un modo per affrontare il distacco senza dover dare spiegazione. Chi sparisce scappa dalle proprie responsabilità, senza dare spiegazioni, ritenendola la scelta migliore e meno dolorosa. In questo mondo mantiene un’ottima immagine di sé, evita un possibile conflitto ed il dover dare delle spiegazioni e ritiene che l’altro “capirà”. Questa è la spiegazione per il ghosting in una relazione interpersonale dovuta a difficoltà emotive o relazionali.

La sparizione fisica completa, la fuga dalla propria vita, può avvenire per tanti motivi. Andrebbe sempre fatta un’attenta analisi della vita dello scomparso da un esperto. L’autopsia psicologica in questo caso può rivelarsi fondamentale per capire se la scomparsa possa essere inquadrata come volontaria o meno.

La persona che decide di auto-eliminarsi dalla propria vita può farlo per i motivi più disparati. In giovani adolescenti, caratterizzati da forte immaturità psicologica, questa può essere dovuta a problemi di andamento scolastico o una cotta adolescenziale non corrisposta. In persone adulte ci possono essere difficoltà ad affrontare la propria vita dovute a problemi economici o familiari.

Un uomo, padre di famiglia, può sembrare felice e sereno ma sparire senza lasciare traccia. Un’autopsia psicologica potrebbe trovare le risposte per questo gesto. Potrebbero esserci difficoltà economiche facilmente superabili ma che per lui sembrano ingestibili. Va analizzato ogni singolo aspetto e il modo di affrontare la vita.

Una donna, madre e lavoratrice potrebbe decidere di scomparire perché non riesce più ad accettare il ruolo in cui si ritrova per difficoltà che possono spaziare da problemi sul posto di lavoro a semplici capricci dei bambini che le sembrano inaffrontabili.

Cosa fare in caso di sparizione di una persona?

La scomparsa di una persona può causare confusione e panico, perciò, bisogna cercare per prima cosa di mantenere la calma. Si devono recuperare delle foto recenti e recarsi il prima possibile presso la stazione di Polizia o Carabinieri e sporgere denuncia. Essa va accettata anche prima di 24 ore quindi insistete. Cercate di essere dettagliati sui segni di riconoscimento, spostamenti, ultimo avvistamento, numero di telefono e abbigliamento.

È sempre raccomandato mettersi in contatto con l’associazione Penelope, presente su tutto il territorio nazionale e che si occupa di supporto nelle ricerche di persone scomparse. Si può chiedere anche al programma “Chi l’ha visto?” di pubblicare un annuncio sui propri canali di informazione. Si possono contattare anche emittenti TV e radio locali per darne notizia nei telegiornali durante la giornata.

In molte zone è attivo il Progetto Missing, volontari delle associazioni di Protezione Civile che potrebbero aiutare nelle ricerche delle primissime ore.

In caso di scomparsa di minori si può contattare anche il numero 116000. Il numero è affidato al Ministero dell’Interno ed è gestito da Telefono Azzurro. È un numero unico europeo per segnalare anche a livello sovranazionale la scomparsa.

Dopo aver fatto tutto questo si può cercare di diffondere volantini, cercare nelle zone maggiormente frequentate dalla persona scomparsa se qualcuno l’ha avvistata e sensibilizzare i cittadini affinché segnalino qualsiasi informazione utile. (fonte)

Familiari degli scomparsi

Cosa possono fare amici, familiari e conoscenti degli scomparsi?

Possono cercare di aiutare nelle ricerche e indagare tra amici e conoscenti, o cercare fisicamente sul territorio.

Quando il tempo inizia a trascorrere senza notizie o informazioni, è consigliato rivolgersi a qualcuno per un supporto psicologico. La vita potrebbe iniziare a sembrare sospesa, in un limbo. Non si riesce a ritornare alla vita quotidiana e si iniziano ad avere difficoltà di concentrazione e di gestione del quotidiano.

La scomparsa di un caro o un conoscente possono portare a tendenze depressive a causa dell’interruzione improvvisa della propria vita e del vissuto comune. Si rischia di entrare in un vortice ossessivo di se e di ma e di lasciarsi andare.

Un grande aiuto potrebbe arrivare dalle associazioni di ricerca degli scomparsi, prima fra tutte Penelope Italia. Parlare con chi vive da tempo questa sospensione potrebbe aiutare e dare coraggio, stando però attenti a non diventarne ossessionati.

La situazione italiana

Piccola premessa. I numeri non sempre sono indicativi poiché per il tipo di problematica, il numero oscuro del fenomeno potrebbe distorcere molto le cifre. Infatti, non sempre vengono fatte le denunce di scomparsa in caso di persone adulte o per immigrati privi di documenti. Lo stesso discorso vale anche per minori che si allontanano da comunità o che hanno problemi famigliari.

Il 1° gennaio 1974 venne avviata la banca dati C.E.D. Interforze del Ministero dell’Interno e dal 1° gennaio 2007 è stato istituito l’Ufficio del Commissario Straordinario del Governo per le persone scomparse. Dal 1974 ad oggi sono 276.371 le denunce di scomparsa registrate e di queste, non si hanno notizie o tracce per ben 68.027 persone.

Dal 1° gennaio 2007 al 30 novembre 2021 i dati ci indicano che il 58% degli scomparsi sono minorenni, il 37% di maggiorenni e solo il 5% è composto da over 65. C’è stata una lieve diminuzione nel numero di denunce del 2020 ma nel 2021 i numeri sono ritornati al livello del 2019. La pandemia ed i lockdown hanno solamente rallentato di poco questo fenomeno che non si è arrestato.

Le regioni con i numeri più elevati di scomparse sono la Sicilia, la Lombardia ed il Friuli-Venezia Giulia. I numeri indicano che tra gli scomparsi, sono soprattutto le persone straniere a non essere ritrovate, con numeri in forte aumento negli ultimi anni.

Un approfondimento serve per la scomparsa dei minori. Dal 1° gennaio al 30 novembre 2021 sono scomparsi 11.023 minorenni, di cui 6.532 ancora da trovare, moltissimi di questi di sesso maschile. Nell’87,59% delle denunce la motivazione sarebbe la scomparsa volontaria e il 72,08% riguarderebbe minori stranieri.

AMBER – Il sistema di allerta rapido americano

Negli U.S.A. esiste da anni un modello per la diffusione rapida di notizie per casi di rapimento o scomparsa di minori. Il sistema è chiamato AMBER (acronimo di America’s Missing Broadcast Emergency Response) ed è nato in seguito al caso di Amber Hagerman.

Volantino con i dati di Amber.

Amber nasce il 25 novembre 1986. Vive ad Arlington, Texas, con la famiglia ed è una normalissima bambina come tanti coetanei. Il 13 gennaio del 1996, a soli 9 anni, è in giro sulla sua bici rosa insieme al fratello più piccolo, Ricky. Stanno girando nel parcheggio abbandonato di un fruttivendolo. Ricky decide di tornare verso casa ma la sorella Amber non lo raggiunge.

Un uomo alla guida di un pick-up la butta giù dalla bici, la prende di peso e la carica sul furgone, rapendola. Un signore anziano vede tutto e racconta alla polizia i dettagli. Il furgone è rimasto vicino ad una lavanderia a gettoni prima di avvicinarsi ad Amber per rapirla e poi guidare in direzione del centro.

Quattro giorni dopo il rapimento, la bimba venne trovata lungo un torrente a quasi 7 km di distanza. La descrizione parlava di un giovane tra i 20 ed i 30 anni, bianco o ispanico, alto meno di 1,80 mt e con capelli scuri. Probabilmente era un uomo della zona che conosceva bene i luoghi e come muoversi.

La madre è convinta che se avessero fatto partire annunci radio, tv e alle pattuglie della polizia tempestive, Amber sarebbe stata trovata e salvata. La sua idea ha riscosso molto successo, tanto da portare alla creazione dell’allerta AMBER che oggi viene applicata in quasi tutti gli Stati Uniti.

Il colpevole non è mai stato identificato ed il caso è ancora aperto.

Qualche riflessione

In Italia esiste solo il programma di informazione “Chi l’ha visto?” che si occupa di scomparsi. Le notizie di scomparsa di persone, anche maggiorenni, non vengono quasi mai diffuse dai media a livello nazionale. A volte si tende anche a sottovalutare certe denunce, pensando siano volontarie.

Nella triste storia italiana recente ci sono decine di casi di sparizioni senza soluzione, dai due famosi casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, Denise Pipitone, Angela Celentano, fino al caso di Alessia Rosati (di cui ho parlato qui) fino ai casi più recenti degli ultimi mesi. Alcuni casi trovano l’epilogo in poco tempo con il ritrovamento della persona in vita ma non sempre è così. Ci sono stati casi in passato risolti con un ritorno dopo anni, anche grazie al programma tv.

Non sono pochi i casi degli ultimi anni di donne scomparse per mano di mariti, compagni o fidanzati. Esistono bambini rapiti da organizzazioni criminali. Alcune donne, specialmente immigrate, si ritrovano sequestrate da trafficanti di esseri umani ai fini dello sfruttamento sessuale.

Lo Stato italiano dovrebbe iniziare a valutare l’iniziativa di un’allerta Amber. Il Commissario per le persone scomparse ha ottenuto poche collaborazioni, una sola con la SS Lazio, sfruttata in una sola occasione, oltre a poche altre collaborazioni sfruttate poco.

Pubblicato da criminalmotive

Dottoressa in scienze e tecniche psicologiche, appassionata di criminologia.

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