I misteri di Champex

I misteri di Champex (Aosta) sono iniziati oltre trent’anni fa e continuano ancora oggi a non avere risposte. Una lunga scia di sangue che ancora oggi è senza spiegazioni in un piccolo centro a pochi chilometri da Courmayeur. Un duplice omicidio e due morti accidentali che hanno segnato una minuscola frazione.

I fatti

Lunedì 25 marzo 1991 un uomo di 52 anni, Eliseo Jorioz, figlio dell’ex vicesindaco di Prè-Saint-Didier, Feliciano di 79 anni, sveglia i vicini con delle urla strazianti. Riesce a dire poco: “Hanno ucciso mamma e papà”.

Foto di Eliseo “Lisetto” Jorioz a fine anni ’90.

Eliseo ha 52 anni ed è Un aggressore sconosciuto si sarebbe introdotto in casa per uccidere a coltellate i suoi genitori, Feliciano e Germana. Il padre ha tra le mani un ciuffo di capelli, strappati all’aggressore in un estremo tentativo di difesa.

Gli inquirenti concentrano i sospetti sul figlio fin dai primi istanti. Eliseo però ha una menomazione al ginocchio ed è ancora provato da due mesi di ricovero per disturbi cardiocircolatori. Lo fermano comunque, lo interrogano, gli chiedono un campione di capelli per confrontarli con quelli presenti in mano al padre. Ipotizzano un duplice omicidio per questioni di eredità.

Il contesto

Champex è un piccolissimo paesino di ventitré abitanti ma che dopo quella notte diventano ventuno. Un gruppo di sette case e una chiesa consacrata a Santa Barbara. Chi è della zona, per arrivare a casa, lascia di solito in folle la macchina per gli ultimi metri della discesa ed è proprio così che sembra sia arrivato anche l’assassino della coppia la sera del 24 marzo.

Champex in realtà da qualche tempo viene soprannominata “la piccola Calabria” per via della presenza di moltissimi cittadini calabresi arrivati lì in cerca di fortuna. Loro sono abituati ai fatti di sangue e questo duplice omicidio non li smuove.

La famiglia Jorioz

Il piccolo paesino è però pregno di passioni e complicità perché sono tutti imparentati o si conoscono da moltissimo. Nessuno crede alle accuse rivolte a Eliseo, detto Lisetto, figlio di una famiglia storica della zona.

La famiglia Jorioz è nota in zona. Il bisnonno di Lisetto era un contrabbandiere molto noto nella zona, molto rispettato e una sorta di monumento perché alto, grosso e con una barba che arrivava alla cintura.

Feliciano Jorioz era un commerciante con alcuni terreni e un bar gestito dalla nipote a Prè-Saint-Didier, proprio dove lui fu vicesindaco. Feliciano era sposato con Germana, donna rispettabile da cui ebbe tre figli, una femmina e due maschi.

La femmina morì prematuramente. Il fratello di Lisetto aveva un problema al ginocchio ma i medici non riuscivano mai ad operarlo. Si presentava sempre in stato di ubriachezza e l’operazione veniva rimandata continuamente. Purtroppo l’andatura malmessa e lo stato di ubriachezza lo portarono una volta a cadere in un tombino e a morire annegato.

Lisetto non era certo il figlio prediletto o oculato nelle scelte. Il padre, vedendolo poco dedito al lavoro, fece in modo di vendere le proprietà e di concedere il bar alla nipote. A Lisetto, dopo la morte dei genitori, sarebbe rimasta solo la casa.

I processi

La polizia arresta subito Lisetto perché sospettato dell’omicidio. Lo interrogano per molte ore ma lui non cede, si dichiara totalmente estraneo. Le analisi dei capelli presenti in mano al padre non portano a molto, nel 1991 le indagini genetiche erano ancora troppo agli albori e non aveva senso probabilmente scomodare i laboratori esteri, molto costosi, per un caso considerato “semplice”.

Viene condannato in primo grado e in appello, finendo in carcere. La cugina Daniela è certa dell’innocenza di Lisetto e riesce a contattare tramite la cognata un bravo avvocato. Luca Santoni Franchetti è un avvocato “d’assalto” che riesce a dimostrare l’innocenza di Lisetto (dicembre 1995).

Come avrebbe ucciso i genitori dato che soffriva di artrite, aveva con un ginocchio malconcio ed era appena tornato dopo un ricovero di due mesi? Come spiegava l’accusa le luci accese nel fienile, una sera pochi giorni dopo l’omicidio? Poteva essere l’assassino ritornato sulla scena del delitto. Soprattutto, una perizia aveva dimostrato come l’assassino fosse mancino mentre Lisetto era destrorso. Altro punto oscuro, i genitori morirono in parti diverse della casa e poi riportati nel loro letto.

Intanto Lisetto si era fatto quattro anni di carcere da innocente.

Quale sarebbe stato il movente? Economico ma ben specifico. Lisetto era innamorato di Cinzia, vicina di casa e assistente di anziani, anche della famiglia Jorioz. Cinzia si era trasferita da pochi anni a Champex insieme al marito Branko, da Trieste. Lisetto, scapolo e solo, si era follemente innamorato di lei, tanto da promettere di lasciarle tutto se gli avesse dato un figlio. Lei però, secondo l’accusa, si sarebbe stufata di aspettare e Lisetto avrebbe ucciso i genitori per velocizzare il tutto.

Alla fine, Lisetto viene assolto e torna a casa ma il mistero del doppio omicidio rimane.

Gli effetti collaterali del mistero

In tutto questo anche Cinzia, l’amante, non viene esonerata dalle conseguenze. Durante le intercettazioni, viene sentita ripetere di essere convinta della colpevolezza del Lisetto mentre ne parla con il marito. Queste intercettazioni però sembra non siano state confermate in tribunale, tanto che le sono costate due anni di condanna per falsa testimonianza. Nel frattempo, in paese molti sospettano del marito di lei, Branko. Sembra che una sua tuta molto particolare sia sparita proprio dopo l’omicidio.

Anche una conoscente era finita nei guai per le testimonianze e per aver indagato da sola.

Poco dopo esser tornato libero, in paese, Lisetto venne arrestato per aver minacciato Cinzia. Le dichiarazioni delle minacce furono riportate dall’ex amante e dal marito di lei, portandolo ad un arresto immediato e a un divieto di dimora a Champex.

“UNO GNOMO SA TUTTO DEL DELITTO”

A luglio del 1995 un articolo de La Repubblica intitola così un articolo in cui si parla del caso. Sembra che ci sia una possibile svolta nel caso ma le dichiarazioni del P.M. sono quasi comiche, benché si parli di colui che aveva smascherato Andrea Matteucci, il “Mostro di Villeneuve”:

“È vero. Inaspettatamente abbiamo trovato uno gnomo dei boschi che ci ha rivelato di sapere chi è l’assassino di Champex. Non è un uomo e nemmeno una donna. Si tratta di un personaggio singolare che, pur non avendo assistito al delitto, è a conoscenza di particolari piuttosto dettagliati. Dobbiamo proteggerne l’identità per cui lo abbiamo definito “lo gnomo”. La sua è però una testimonianza molto delicata”.

Nel frattempo, gli inquirenti non si sono mai fermati. Hanno continuato ad approfondire anche altre testimonianze e versioni. Erano andati anche a Trieste perché sospettavano il coinvolgimento di due uomini, uno di Trieste. La versione dello “gnomo” è quella di un supertestimone che parla di particolari inediti, mai riferiti dalla stampa e noti solo all’assassino e agli inquirenti. Lo “gnomo” parla di un’uccisione in due stanze diverse e che l’assassino avrebbe poi riportato i corpi nel letto. Secondo lui era scomparsa anche una scatola dalla casa. Queste le parole dello “gnomo”, parole riferite dallo stesso Lisetto che a questo punto o era autore del duplice delitto o sapeva qualcosa che non voleva rivelare.

Nel frattempo, a Ferragosto del 1995 Cinzia finisce in ospedale con il naso rotto. Si sarebbe messa a litigare con un amico del marito, il quale l’avrebbe colpita con un pugno. La donna però non vuole sporgere denuncia.

A dicembre del 1995 gli inquirenti, capeggiati da David Monti, tornano a Trieste per sentire Cinzia, il marito Branko e la figlia ma trovano solo la figlia. Sembra abbiano dei sospetti sulle versioni che negli ultimi quattro anni hanno traballato e non poco.

Tra colpi di scena, processi e gnomi, il mistero non finisce di certo qui.

Le altre morti collegate

I misteri attorno a questa piccola frazione non finiscono di certo.

Il 25 settembre del 1995 Dionigi Desiderio Grange, soprannominato Leonardo, muore in località Montagnoulaz a Morgex. Era alla guida della sua Ape quando è finito nel burrone. Si è parlato subito di incidente ma molti hanno pensato ad altro, visto che era stato testimone nel processo contro Lisetto. Che fosse lui il presunto gnomo?

A luglio del 1996 scompare nel nulla Branko, il marito di Cinzia. La coppia, nonostante i tradimenti di lei, continuava tra alti e bassi. Era ormai giunto a 46 anni e un giorno di luglio era uscito di casa senza farvi ritorno. Ritrovano il suo corpo il 15 agosto, adagiato su un ramo di platano, con la testa a terra e tagliato in due all’altezza dello stomaco. Era nella scarpata tra Prè-Saint-Didier e Champex ma è strano come nessuno si sia accorto del fetore che arrivava dalla scarpata.

L’orologio al polso di Branko segnava le 5:11 del giorno 28. Se automatico, si è fermato dopo 36 ore senza movimenti del polso mentre se fosse al quarzo, anche dopo molti giorni. Gli inquirenti pensano ad un incidente dato che vicino al corpo c’erano pezzi di legno del parapetto presente lungo la strada. Forse cercava di raccogliere della legna, come quella presente nel sacchetto rinvenuto vicino al corpo. Addosso aveva ancora il portafoglio con i documenti, 100.000 lire e il libretto di risparmio, per questo viene esclusa la rapina. Si esclude anche il suicidio, si sarebbe potuto buttare nel Dora, poco distante e che avrebbe garantito una morte più rapida.

Proviamo a riepilogare

Lisetto viene accusato del delitto dagli inquirenti per come avrebbe reagito al ritrovamento dei genitori, per il presunto movente economico e in base alle parole dell’amante Cinzia.

Nel 1995 spunta il supertestimone “gnomo” che porta gli inquirenti a sospettare di una complicità della stessa amante, Cinzia, che era stata condannata nel frattempo a due anni per falsa testimonianza. Il 25 settembre muore in un burrone uno dei testimoni del processo contro Lisetto.

Il 20 dicembre 1995 Lisetto viene definitivamente riconosciuto come innocente dalla Cassazione. Nel frattempo, per qualche mese era stato lontano dal paese a causa di un divieto di avvicinamento per delle minacce fatte a Cinzia. Il divieto viene tolto e lui torna lì in paese. I rapporti con Cinzia e Branko non sono mai stati cattivi, è persino successo che portasse Branko a casa una volta quando era troppo alticcio.

A luglio 1996 scompare Branko e lo ritrovano due turisti a Ferragosto, deceduto in un burrone. L’autopsia non riuscì a chiarire perfettamente le cause di morte, si ipotizzò che la causa fosse da far risalire a una costola rotta, questa la causa dichiarata ufficialmente.

Indagarono anche Cinzia come complice per il delitto, soprattutto per il suo ruolo nel cercare di convogliare le attenzioni degli inquirenti verso Lisetto. Si pensò che le macchie sul muro in caso Jorioz fossero sue ma l’esame del DNA la scagionò. L’alibi per quella sera, era un partita a carte giocata da lei, il marito e un amico di quest’ultimo. Aveva testimoniato il falso ma sembra avesse anche spinto il macellaio del paese a testimoniare contro Lisetto. Alla fine, a marzo del 1997 venne scagionata da tutte le accuse.

Il 29 dicembre 2000 muore Cinzia mentre Lisetto morirà il 29 ottobre 2014.

I misteri di Champex ancora oggi aleggiano per quelle due strade.

Fonti: La Repubblica, Archivio La Stampa.

Pubblicato da criminalmotive

Dottoressa in scienze e tecniche psicologiche, appassionata di criminologia.

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